Giro d’Italia 2023, Warren Barguil: “Non sono al 100%, ma sono molto motivato. Il mio obiettivo è la vittoria di tappa”

Il Giro d’Italia 2023 sarà il primo in assoluto per Warren Barguil. A 31 anni, il corridore del Team Arkéa-Samsic farà infatti il proprio esordio alla Corsa Rosa, un debutto che però ha rischiato di saltare dopo che il transalpino era risultato positivo al Covid-19 nei giorni successivi alla Liegi-Bastogne-Liegi. Fortunatamente, però, alla fine il bretone è riuscito a guarire e a recuperare in tempo per poter essere al via del GT italiano, nel quale l’obiettivo principale sarà quello di centrare un successo di tappa per completare così la tripletta con Tour de France e Vuelta a España, dove in passato è stato già in grado di alzare le braccia al cielo.

“Dopo la Liegi ero molto dispiaciuto perché venivo da un bel periodo di allenamento ed ero pronto per le Ardenne – ha dichiarato Barguil parlando del suo avvicinamento – Sono caduto alla Amstel, ma alla Freccia avevo ancora buone gambe. Sapere di avere il Covid è stato frustante. Non ho mai detto a me stesso che non sarei stato al Giro. Adesso sono qui: non ho la condizione al 100%, ma sono molto motivato“.

Nonostante le tante stagioni tra i professionisti, questa sarà quindi la prima volta del 31enne nel GT italiano: “Non ho mai fatto il Giro perché, quando prima correvo nel WorldTour, la squadra voleva che facessi le Ardenne. L’Arkéa era una squadra Professional e, quando l’anno scorso abbiamo avuto la possibilità di correre il Giro, abbiamo rinunciato perché preferivamo concentrare gli sforzi per riuscire ad essere nel WorldTour. L’anno scorso ho scoperto la Tirreno ed è stato un bel successo perché ho vinto una tappa, adesso spero sia lo stesso per il Giro“.

Durante la prima settimana dovrò recuperare il ritmo gara per essere pronto per le ultime due, dove ci saranno tappe epiche“, ha proseguito Barguil, che, pur non avendo mai partecipato, in passato ha comunque sempre seguito il Giro: “Ero in squadra con Dumoluin quando ha vinto il Giro anche se non ero qui. È stato impressionante. Ricordo anche le vittorie di Hindley e Geoghegan Hart nelle ultime tappe: il Giro è sempre imprevedibile“.

“In Italia ho vinto una tappa all’Avenir (2011, ndr), ma poi sono caduto al mondiale di Firenze. Correre qua è speciale e lo sarà ancora di più con una bici italiana. Il mio obiettivo è la vittoria di tappa. Ho vinto al Tour e alla Vuelta e adesso me ne manca solo uno, e questo è il mio grande obiettivo: entrare nel gruppo dei corridori che hanno vinto tappe in tutti e tre i Grandi Giri. Io non sono velocista e quindi per me è più difficile”, ha concluso il transalpino.

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